Grace Murray Hopper (New York, 9 dicembre 1906 – Arlington, 1º gennaio 1992) da piccola amava la letteratura e le lingue e grazie a questa sua passione capì che il modo migliore per comunicare con le macchine era quello di usare un linguaggio. Dopo essere stata una delle prime donne ad aver ricevuto il dottorato in matematica all’università di Yale, Grace iniziò a lavorare come insegnante al Vassar College. Suo padre la aiutò molto, dicendole di lasciarsi alle spalle gli stereotipi dei ruoli femminili.
Sposò Vincent Foster Hopper ma divorziarono dopo quindici anni, in seguito Grace non si risposò ma mantenne il cognome del marito.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, Grace lasciò il suo lavoro e si arruolò nella marina degli Stati Uniti nel 1943. Dimostrò di avere forza di carattere e di essere molto coraggiosa.
Dopo essersi diplomata all’accademia con il massimo dei voti, assunse l’incarico di tenente Hopper e la assegnarono al Mark I. Il Mark I è stato uno tra i primi calcolatori elettromeccanici e si presentava come un enorme computer progettato per risolvere i problemi militari. A quei tempi il Mark I era qualcosa di eccezionale e programmarlo era un lavoro lungo e molto difficile. Il contributo di Grace fu fondamentale perché grazie al suo programma riuscì a decifrare parte dei codici di criptazione.
Grace usò tutte le sue conoscenze per creare il primo manuale di programmazione. Nel 1959, Hopper creò un linguaggio universale, sia per il Mark I che per qualsiasi computer, il COBOL (COmmon Business-Oriental Language) in cui alla base c’è il FLOW-MATIC, un compilatore contenente parole chiave in lingua inglese.
Prima del COBOL si utilizzava il codice binario, scomodo da utilizzare per il lungo lavoro, al contrario, questo nuovo linguaggio si basava su semplici comandi. In informatica un linguaggio di programmazione è un insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati.
Se non fosse stato per Grace, l’installazione di un semplice sistema operativo avrebbe potuto impiegare una vita intera. Grazie a lei conosciamo i bug (insetti), gli errori d’uso dei computer e come debellarli attraverso il debugging.
Una notte, mentre Grace lavorava al Mark I, scoprì che c’era qualcosa che non andava, aprì il computer e vide una farfalla tra i circuiti, era stato quell’insetto a causare il malfunzionamento del computer. Da questo avvenimento deriva il nome bug che vuole dire insetto, in inglese.
Hopper era molto amata e famosa negli Stati Uniti, era talvolta definita “regina dell’informatica”, “Amazing Grace”, “grande signora del software” e “nonna del COBOL”. Nel corso degli anni ’70 Grace divenne una sostenitrice del processo di standardizzazione nel mondo dell’informatica: invece di sviluppare diversi dialetti di ogni linguaggio da adottare sui computer, essi vengono migliorati seguendo una strada dettata da standard uguali per tutti.
Nel 1986 Grace andò in pensione ad ottant’anni: era la più anziana ufficiale della marina e una dei pochi ammiragli donna. Nella sua longeva vita, interrotta il 1 gennaio 1992, Hopper vinse più di quaranta premi tra cui, quello per l’Uomo dell’Anno nel 1969.
E’ passata alla storia come una delle figure più importanti nel campo dell’informatica, è stata la prima ad aver pensato e, successivamente, realizzato un linguaggio di programmazione indipendente dalla macchina (COBOL) e ad aver inventato il metodo del debugging.
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Tratto da:
Tratto dall'elaborato finale di Chiara Tosatti, classe 3 Sant'Antonino, 2020/2021
Irene Cìvico e Sergio Parra, La scienza è un gioco da ragazze, Einaudi Ragazzi 2018